Analogico Vs Digitale chi inquina di più
Nel 2006 vennero pubblicati i primi articoli del settore che comunicano la decisione di Nikon di abbandonare la produzione delle macchine fotografiche di tipo analogico, per dedicarsi totalmente al nuovo mercato digitale che all’epoca stava prendendo sempre più piede.
Qual’è la differenza tra questi due supporti?
La tecnologia analogica si basa sulla fotosensibilità dei cristalli di alogenuro d’argento sospesi nell’emulsione della pellicola che, una volta esposta alla luce, crea l’immagine latente (un’immagine che ancora non esiste fisicamente) ovvero la foto rimaneva nella testa del fotografo fino alla stampa dei provini.
Per ottenere la foto, la pellicole viene trattata con sviluppo e fissaggio che ne rivelano l’immagine, prima in negativo o positivo (pellicole invertibili o diapositive) su pellicola ed in seguito convertita in fotografia stampata. Per effettuare la stampa appunto venivano impiegati gli stessi processi chimici dello sviluppo. La qualità dell’immagine dipendeva ovviamente dalla bravura del fotografo, dalla qualità delle lenti, dal tipo di pellicola usata, dalla bravura dello stampatore.
PRO: fare fotografie richiedeva ottime competenze in tutti i processi. Per maturare queste competenze tecniche servivano anni di studio, di pratica e di soldi, poiché attrezzatura, macchine fotografiche, pellicole, acidi e carta costavano e costano tutt’ora moltissimo.
Come conseguenza, gli utenti che praticavano fotografia con regolarità, utilizzando strumenti come, pellicole e carta professionale non erano molti.
CONTRO: Gli acidi utilizzati venivano spesso riversato nelle reti fognarie compresi quelli per lo sviluppo radiologico. Gli ioni d’argento assorbiti dagli organismi acquatici son risultati più tossici del mercurio. Gli stabilimenti della Kodak utilizzavano moltissimo cloruro di metilene causando un significativo inquinamento atmosferico nei pressi degli stabilimenti. L’azienda per smentita, afferma che dal 1987 al 2005 le emissioni sono passate da 3900 a 272 tonnellate.
Per non parlare delle mucche allevate con metodi ben precisi per essere poi disossate per ricavare la gelatina necessaria per formulare l’emulsione che lega i sali di alogenuro d’argento alla pellicola.
La tecnologia digitale funziona con una logica simile a quella analogica. Entrambe imitano e si ispirano al nostro perfetto sistema visivo ed al nostro imperfetto sistema di archiviazione (memoria).
Per assurdo fu proprio Kodak ad inventare la tecnologia digitale nel lontano 1973. Per non andare contro la propria politica aziendale ormai strutturata in centinaia di attività differenti, i Vertici dell’azienda decisero di tenere segreta la cosa.
L’apparecchio era munito di un sensore CCD che trasformava la luce in segnale elettrico, ma all’epoca l’inventore non si riusciva a salvare e memorizzare l’immagine, così il segnale elettrico venne trasformato in codice binario ed archiviato con il supporto di una memoria RAM a nastro magnetico. Il prototipo si presentava di un aggeggio azzurro con la lente di una videocamera super 8. Le prime immagini formato 100×100 pixel potevano essere viste su uno schermo tv dopo circa un minuto. (Apple arrivò solo l’anno seguente).
Si valutò in seguito che occorrevano 15-20 anni per mettere in atto la rivoluzione commerciale. I dirigenti dell’azienda volevano risultati immediati non progetti a lungo termine. Il brevetto arrivò nel 1978, in seguito nel 1989 furono realizzati sistemi di memorizzazione per reflex da 1,2 megapixel.
Negli anni a seguire Kodak lucrò dal brevetto depositato alla fine degli anni ’70, in seguito finì in bancarotta allo scadere del termine per non aver mai sviluppato sistemi che andassero a sostituire il tradizionale metodo analogico.
Da questa tecnologia ne seguì una vera e propria rivoluzione nel mondo delle immagini, in atto anche in questo momento.
PRO: La fotografia è diventa a portata di tutti grazie anche agli smartphone, molte più persone utilizzano la fotografia ogni secondo, grazie all’immediatezza di vedere subito le foto su un display.
La memoria digitale permette di catturare migliaia di immagini contro le 36 pose del formato più comune ovvero il 24×36.
Abbattimento dei costi obbligatori per il metodo analogico, grazie al digitale vengono prodotte miliardi di immagini ogni secondo.
CONTRO: Il digitale trova spazio in un mercato nuovo, avido di tecnologia. Dal 2012 la corsa verso la potenza dei megapixel, ha permesso alle case produttrici di adottare la strategia del “immetto una piccola miglioria nel modello in uscita l’anno successivo”, garantendosi così una vendita sicura da parte dei nuovi amatori/consumatori.
A differenza, il professionista investe cifre importanti per la propria attrezzatura per garantire qualità nel proprio lavoro ai propri committenti, diventando di fatto un influente e non un consumatore.
Questa esasperata produzione ed operazione di marketing non è esente da conseguenze ambientali, ovviamente. Analizziamo la cosa:
- L’estrazione dei componenti per la produzione di beni di consumo elettronico, richiede moltissimi materiali inquinanti per la lavorazione, ad esempio il mercurio per la raffinazione dell’oro, indispensabile elemento usato nei circuiti elettronici per le sue caratteristiche uniche. Sostenze come il mercurio appunto, vengono riversate nell’ambiente in enorme quantità. Altro fattore, pensiamo ad esempio alle deforestazioni nelle zone minerarie, vengono sgretolate intere montagne per estrarre i minerali e metalli necessari per la produzione di componenti elettronici,
- L’obsolescenza programmata oppure l’incompatibilità tecnologica, garantiscono alle case produttrici un turnover di prodotti nel mercato. Introdotto negli anni 30, questo metodo ha garantito alle grosse aziende produttrici fatturati sostenibili alla crescita economica per essere leader del settore.
- Lo smaltimento dei componenti elettrici con i ritmi con cui vengono prodotti ed immessi nel mercato richiede risorse enormi. L’Africa ad esempio è diventata la discarica del mondo tecnologico, come moltissimi altri paesi in via di sviluppo economico, dove la mano d’opera costa poco (vengono utilizzati spesso bambini per questo processo) e la politica è totalmente corruttibile.
Pensiamo alla situazione attuale dove tutto è elettronico, giusto per farsi un’idea della mole di prodotti elettronici utilizzati da noi tutti in questo momento. - Il digitale necessita di moltissima energia. Inizialmente si usavano discrete quantità di batterie usa e getta (altamente inquinanti). Oggi si utilizzano batterie ricaricabili ma comunque in quantità notevole se calcoliamo il numero di apparecchi ed accessori immessi nel mercato. Sia amatori sia professionisti oltre alle batterie in dotazione, di norma, acquistano almeno altre 2 batterie da affiancare al corredo. L’energia necessaria per caricare in continuazione sia fotocamere, sia accessori, sia cellulare o altri apparecchi viene fornita da centrali a carbone, idroelettriche, centrali a gas e centrali nucleare altamente inquinanti. Quindi più elettronica, più inquinamento.
- L’utilizzo delle periferiche per lo sviluppo delle foto, pensiamo ai computer per utilizzare i programmi di foto-ritocco, hard disc per l’archiviazione, periferiche varie, sono ulteriori strumenti fatti da componenti elettronici, con un processo altamente inquinante per estrarli, lavorarli e smaltirli. Inoltre utilizzano molta energia per funzionare.
Concludendo, non esiste un sistema definito meno inquinante rispetto all’altro. Espandendo il punto di vista, ogni azione dell’essere umano genera inquinamento, ogni cosa. Ecosostenibile non esiste, non è compatibile con il nostro stile di vita, non è compatibile con il sistema politico economico adottato dai nostri governi. Togli da una parte e inquini dall’altra. Pensiamo alle auto elettriche, totalmente elettroniche e quindi estremamente inquinanti.
Pensiamo alla natura invece totalmente ecosostenibile, come un unico organismo.
Quindi lascio a voi le conclusioni e riflessioni personali. La mia è che la fotografia non è ecofriendly.
No Comments