colore non esiste

Il colore non esiste

Molte persone dopo aver osservato le mie fotografie mi chiedono, ma perché scatti sempre in bianco e nero?

Mi verrebbe da rispondere loro, perché il colore non esiste, ed ora andrò a spiegare la mia teoria.

In realtà il colore è una percezione che il nostro cervello elabora utilizzando l’esperienza accumulata, ed in quanto tale i colori percepiti sviluppano un loro linguaggio.

Per cui quando un fotografo acquisisce consapevolezza di questo linguaggio, lo usa per comunicare qualcosa. Una foto in bianco e nero viene concepita come tale, minimale e didascalica, un istante prima di essere immortalata, mentre una foto a colori che mette all’interno numerose informazioni deve essere colta nel modo corretto e consapevole al momento dello scatto.

Breve ripassino sul colore; lo spettro di colore percepibile all’occhio umano è la lunghezza d’onda della luce visibile nell’aria che va indicativamente dai 390 ai 700 nm. Sopra e sotto abbiamo altri tipi di radiazioni, cui nomi conoscete tutti ma non son visibili all’occhio umano.

I colori primari non sono rosso, blu e giallo come vi è stato insegnato durante la scuola elementare, ma possiamo identificarli in due tipologie:

  • Colori additivi RGB (l’unione dei 3 colori da il bianco)
  • Colori sottrattivi CMYK (l’unione dei 3 colori da il nero)

Il primo metodo viene utilizzato moltissimo in fotografia, nei monitor retro-illuminati, nei tubi catodici delle vecchie tv etc.

Il secondo metodo viene utilizzato principalmente nella stampa tipografica, digitale, plotter etc…

Abbiamo delle simulazione scientifiche che il colore è qualcosa di concreto, perché allora affermo che non esiste?

Prima nel testo ho evidenziato lunghezza d’onda, eccola:

Ma come fa il nostro occhio a tramutare queste frequenze in colore?

Dentro l’occhio nella parte posteriore abbiamo due tipi di foto-ricettori: circa 6 milioni di coni e 120 milioni di bastoncelli che funzionano in modo analogo al sensore della fotocamera essendo sensibili agli spettri RGB.

Avvengono altri processi chimici molto complessi che non sto a spiegare. L’immagine catturata dai nostri occhi, appare inizialmente capovolta, distorta, ogni occhio ha un punto di vista diverso, eppure il cervello (il processore) ci restituisce un’immagine dritta, priva di distorsioni e unita.

Subentra di fatto un ulteriore fattore, la memoria ottica, ovvero tutta l’esperienza accumulata dalla nascita ad oggi. Una sorta di database visivo. L’occhio cattura informazioni ed il cervello in tempo reale restituisce un’immagine verosimile basandosi sulla memoria visiva.

Perché ho scritto verosimile? Quello che vedo è!

Nulla di più errato, basta sottoporti ad alcuni test di psicologia per ingannare la mente. Ad esempio elementi identici che sembrano di taglia diversa, immagini ferme che sembrano muoversi se accostiamo alcuni elementi in modo da creare un’illusione ottica etc.

Vi do io un esperimento da fare: prendete un foglio bianco, osservatelo in casa con la luce accesa. Mediamente le lampadine da interno oscillano intorno ai 2800k, una luce giallo arancio, eppure il nostro cervello percepisce il foglio bianco. Ora se fuori avete una giornata di sole col cielo azzurro uscite di colpo, il foglio apparirà azzurro e nel giro di 1-2 secondi diventerà nuovamente bianco.

Se un foglio è bianco, la mente deve vederlo bianco, ha le sue manie.

In fotografia professionale non ci si può affidare alla propria percezione visiva per editare una foto a colori. Servono strumenti costosi per la calibrazione, un monitor molto costoso che supporti la calibrazione e profilare fotocamera e lenti sempre col calibratore apposito. Solo in questo modo abbiamo un punto di riferimento corretto, poiché la nostra memoria visiva fa quello che gli pare.

Concludendo

La macchina fotografica è stata concepita, costruita ed in seguito si è naturalmente evoluta allo stesso modo in cui l’essere umano percepisce ed interpreta le lunghezze d’onda comprese tra 390 e 700 nm, in base a come è stata programmata la propria memoria visiva.

Il colore non è qualcosa di tangibile ma è un linguaggio, che noi utilizziamo con molta naturalezza, elaborato dalla nostra mente.

Se un individuo vede una cosa e gli altri no, è matto…

Se tutti gli individui vedono quella cosa, allora esiste, anche se questa percezione è una conseguenza della nostra anatomia.

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