Amianto il male che non scompare

Questo Progetto ideato e realizzato dall’associazione “Imago Mentis”, la fondazione Onlus “vittime dell’amianto Bepi Ferro” e CGIL, ha messo in campo 12 fotografi: Fabrizio Caron – Marcella Dalla Valle – Virgilio Fidanza – Luca Forno – Giovanna Magri – Simone Mizzotti – Gigi Murru – Eras Perani -Laura Piazzoli – Ciro Prota – Davide Volpi ed io.

Il filo conduttore di queste 3 foto è rappresentato dalla “tuta da lavoro”. Un indumento che milioni di operai indossano quotidianamente per lo svolgimento della propria mansione e che veniva utilizzato sicuramente anche dagli operai che trattavano l’amianto in produzione.

Un tempo questi indumenti vestivano uomini, mariti, padri, amici… Dico un tempo perchè molti di loro morirono e muoiono tutt’oggi a causa delle patologie verificatesi come conseguenza di questa professione.

Un tempo la tuta vestiva un marito, oggi la tuta è vuota piena solo del dolore e del vuoto lasciato nel cuore di una moglie (foto1)

Un tempo la tuta vestiva un padre, un padre che non avrà più l’orgoglio di vedere i propri figli divenire adulti e genitori a loro volta (foto2)

Un tempo la tuta vestiva un amico… ora l’unica cosa tangibile di quest’uomo in questo mondo, oltre ai ricordi ed alle fotografie, rimane una tomba, una lapide, forse la statua di un angelo che lo accompagnerà per l’eternità nella nuova vita. (foto3)

La tuta non simboleggia solo l’uomo che “c’era”, ha anche un significato più tragico in quanto veicolo di trasmissione delle particelle di amianto anche verso i propri cari. L’operaio che rientra in casa portando lo sporco del proprio lavoro, la moglie che inala le particelle mentre lava gli indumenti, il figlio che gioca col padre ancora vestito da lavoro…

Le vittime causate da questa sostanza sono ben superiori a quanto ci si possa immaginare. Il problema oggi non fa notizia, la popolazione preferisce ignorare il problema. Chi possiede ancora strutture con questo materiale fa finta di nulla a causa dei costi per lo smaltimento o messa in sicurezza. Il problema quindi diventa un fattore economico e di conseguenza politico.

Per questo motivo siamo qui oggi… a parlarne…