Video o fotografia

Ho deciso di scrivere questo articolo perché capire quale sia il supporto migliore e più funzionale tra video e fotografia richiede un’analisi approfondita.

Innanzi tutto penso che un supporto non risulti migliore o peggiore ma funzionale allo scopo per cui viene concepito.

Analizziamo i vari aspetti:

Supporto. Per semplificare suddividiamo in 2 categorie, pubblicità statiche e dinamiche. Come supporto statico possiamo considerare ad esempio, i cartelloni stradali 6×3, tutto il materiale stampato come riviste, giornali, listini e menù, volantini, cataloghi, stampe d’arredo.

Quando ci si occupa di immagine, non basta disporre della padronanza tecnica o avere attrezzatura di ultima generazione, diventa fondamentale sviluppare il linguaggio pubblicitario.

Per acquisire queste skills, a questo punto è consigliabile ad esempio studiare le tecniche di copywriting, cultura generale e contemporanea, tecniche di marketing, tecniche di persuasione e chi più ne ha più ne metta. Questa pratica deve diventare un’attività costante.

La naturale conseguenza di questo processo diventerà la settorializzazione, ovvero le conoscenze maturate durante il vostro costante apprendimento, vi metteranno naturalmente in contatto con un vostro target di utenza.

Torniamo ora al supporto statico e linguaggio. Diciamo che una campagna pubblicitaria efficace, richiede essere visualizzata almeno 9 volta prima di insediarsi nel nostro subconscio.

Per avviare questo processo bisogna che il messaggio venga percepito in una frazione di secondo, inoltre deve essere ripetuto con costanza, riproducibile ed adattabile su tutti i supporti. Pensiamo ad esempio un 6×3. Distrarci dalla guida per visualizzare l’immagine, la mente richiede meno di una frazione di secondo. Oppure pensiamo a sfogliare una rivista, scrollare un reels sui social, insomma credo sia chiaro il concetto.

Un altro fattore per rendere riconoscibile una campagna e l’immagine che ha lo scopo di rappresentarla, ancor prima di essere realmente vista ma solo percepita con la coda dell’occhio, è basare lo studio di una paletta colori, la scelta del font qualora ci fosse una frase a completare il messaggio.

Ancor più importante sarebbe coordinare l’intera immagine aziendale oppure identificare la linea di prodotti, in base alla strategia messa in campo dall’ufficio marketing.

Il dualismo dell’universo rende la necessità di leggere in un batter d’occhio un’immagine accuratamente studiata e realizzata, ma da anche la possibilità di inserire elementi importanti e significativi che possono essere letti con calma in un secondo momento. A differenza della velocità di scorrimento dei fotogrammi di un video, una fotografia offre possibilità più contemplative, mentre un audio visivo viene visualizzato e consumato con voracità.

Parlando invece di video che, in questo momento storico sta vivendo un momento di gloria, grazie alle nuove tecnologie disponibili su dispositivi mobile, e le nuove mirrorless entrate a gamba tesa nel mercato, le quali hanno dato la possibilità a numerosi content creators di realizzare video di qualità, perfetti per essere divulgati nei social dove parlare ad un pubblico di prodotti, servizi o passioni.

Questa combinazione è il risultato di anni di televisione, dove pochi talentosi eletti hanno avuto successo mediatico, abitando milioni di persone a consumare contenuti pubblicitari per molte ore al giorno.

La velocità con cui i video vengono divorati, ha generato una naturale evoluzione stilistica applicando una qualità visiva cinematografica a normali contenuti di documentazione.

La qualità è sinonimo di investimento. Rivolgersi ad un professionista o meglio ad uno staff di creators, da maggiori possibilità di raggiungere gli obiettivi.

Bisogna mettere in bilancio il fatto che i primi successi non significano guadagni, ma espandersi nel mercato prepararsi allo step successivo. Se coca cola, ad esempio, immettesse sul mercato un nuovo prodotto, l’ufficio marketing avrà già calcolato il target a livello globale che sarà pronto ad accogliere la campagna pubblicitaria. Se a immettere un nuovo prodotto invece sarà un’impresa locale, concludere la campagna coprendo le spese o leggermente in perdita, risulterebbe un enorme risultato.

Facciamo un esempio: una ditta che produce abbigliamento casual classico da uomo. Ipotizziamo che la stessa ditta inizi a produrre anche modelli femminili, il risultato sarebbe la conquista di un target più ampio. Con l’aumento del fatturato, dei contatti e la crescita aziendale con continui investimenti, l’azienda potrebbe decidere di istituire un ufficio dedicato con uno staff di professionisti preparati, per l’immissione nel mercato di una linea giovanile, magari per appassionati di skate, in questo modo si rivolgerebbe ad una nicchia ben precisa ed identificabile stilisticamente. Produrre ad esempio magliette con stampe di qualità, darebbe molto margine di guadagno ai produttori, mentre mantenere una linea classica garantirà continuità nel tempo, anche nell’arco di generazioni.

Sembra facile detto così, ma vanno calcolati bene i costi di produzione che mantengano alti standard qualitativi, costi di magazzino, spazi espositivi, rappresentanti, uffici amministrativi ed una solida presenza nel web con una comunicazione chiara e continuativa. Ad esempio molti marchi spiegano in modo molto dettagliato la vestibilità dei prodotti ed il paragone con i modelli più comuni, di paese in paese.

Oggi l’intelligenza artificiale sta cambiando tutto, velocizzando ed automatizzando numerosi processi, ma anche invalidando il lavoro creativo ed emotivo di molti creators che operano modo professionistico.

Come dicevo all’inizio dell’articolo è importante coltivare una cultura personale, ma anche l’esperienza vissuta permette di fare la differenza nella creazione dei propri contenuti.

Letizia Battaglia diceva che nelle immagini un fotografo produce c’è tutta la sua essenza.

Per questo motivo molte aziende stanno invertendo la tendenza, cercando di esternare vera autenticità attraverso contenuti divulgati nei canali con immagini non elaborate, senza filtri di correzione, o apparente preparazione. Questo è ciò che traspare, ma la realtà dei fatti è un enorme lavoro di ricerca.

Per distinguersi e trovare la propria identità di marca, i Brands stanno cercando di evitare contenuti fotocopia. Una delle maggiori agenzie pubblicitarie una volta ha imposto ai propri creativi di usare le tecnologie ad intelligenza artificiale. Una volta elaborate le strategie, il direttore disse ai propri dipendenti di osservare il lavoro svolto e di tenerlo come traccia di “idee da evitare”.

Lo schema più usato in questo momento è:

  • Aggancio
  • Esporre un problema
  • Soluzione
  • Call to actions

Concludendo, il processo creativo si basa sull’immagine per l’immediatezza e richiede notevoli capacità tecniche e creative, dove l’intelligenza artificiale serve solo per velocizzare alcuni processi.

È fondamentale perseverare e pianificare con costanza per garantire la crescita. Una delle ultime cose che ho appreso è l’importanza di diversificare i settori per attutire le oscillazioni di mercato subite in questi anni.

E voi cosa ne pensate? Se avete piacere scrivetelo nei commenti.

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